Il progetto
Scopo di questo sito è aiutare Enzo Bianchi a realizzare il progetto Casa della Madia, descritto dallo stesso fondatore di Bose con le parole riportate nel riquadro.
Ciò significa raccogliere i fondi necessari a pagare il mutuo decennale acceso per l’acquisto della Casa, nonché per portare a termine la sua ristrutturazione e renderla il luogo che merita di essere, a beneficio di moltissime persone.
Trascorsi poco meno di due anni di esilio dalla comunità alla quale ho dato inizio e nella quale ho vissuto per cinquantacinque anni e non potendo tornare a Bose per finire i miei giorni da monaco nella vita fraterna, ho acquistato con l’aiuto di amici e attraverso un mutuo decennale un cascinale nel comune di Albiano (TO), dove poter vivere nella pace gli ultimi anni della mia vita.
Terminati i necessari lavori di ristrutturazione al fine di renderlo abitabile, questo cascinale sarà una casa che accoglierà chi vorrà vivere con me, gli amici e gli ospiti che cercheranno un luogo di silenzio, di dialogo e di ospitalità.
Chi genera un figlio non può rigenerarlo né farlo nascere di nuovo: ogni figlio è in un certo senso unico ed io non intendo rifare la comunità che da me ha avuto inizio, né fondare una nuova comunità religiosa canonicamente riconosciuta. Voglio solo vivere da monaco cenobita e non eremita come ho sempre vissuto. Cammin facendo vedremo cosa ci riserverà il Signore e cosa ci suggerirà lo Spirito santo. Questo cascinale – che da sempre porta il nome augurale di Camadio, ossia “Casa della madia”, casa dove si fa il pane – sarà certamente un luogo di preghiera, di incontro, di fraternità e sororità, una tavola approntata per la condivisione e lo scambio delle parole, degli affetti e della speranza.
Il comitato
Comitato Promotore
Valentino Castellani (Presidente)
Corrado Colli
Mauro Salizzoni
Comitato dei Garanti
In via di costituzione
Revisore dei conti
Luca Deusebio
Queste pagine pubbliche e la raccolta dei fondi al cuore del progetto sono gestite dal Comitato “Casa della madia”, costituito a norma di legge mediante apposito Atto Costitutivo e Statuto.
I promotori del Comitato ritengono infatti che legalità e trasparenza siano fondamentali per un progetto dalle finalità unicamente benefiche e umanitarie.